Cari amici di Ale e Gio,
la nostra sezione “notizie” è un po’ lo specchio delle tendenze e delle novità che si rivelano nel mondo del turismo. Analizzando gli orizzonti c’è solo un aspetto che sta preoccupando i turisti e al quale tutti noi facciamo molta attenzione: l’impatto Brexit sul turismo in U.K.
Riepiloghiamo brevemente le tappe di questo scenario che, come sappiamo, rimane effettivamente alla situazione attuale fino a tutto il 2020, ma che sta evolvendo adesso tra accordi burocratici e prassi da seguire.
- 23 giugno 2016 – Data del referendum in U.K. che chiedeva ai cittadini di scegliere se restare o meno nella Unione Europea. Esso dà ragione alle tendenze anti europee. Il Regno Unito per il popolo deve uscire dall’Europa;
- 23 marzo 2019 – Data ufficiale di ratificazione dell’uscita dalla UE (ed inizio del periodo transitorio fino all’effettiva uscita dalla Unione). A questa giorno, però, si è arrivati senza una definitiva proposta d’accordo da parte della premier Theresa May. I suoi tre protocolli presentati al parlamento britannico sono stati tutti rigettati.
- 31 ottobre 2019 – data ultima per definire gli accordi tra UK e Bruxelles;
- 31 dicembre 2020 – fine del periodo transitorio (secondo i piani iniziali) e uscita di fatto dalla UE.
- dal 1 gennaio 2021 (data da riconfermare) – applicazione del protocollo per visti, vacanze, soggiorni di lavoro che vedono membri della UE viaggiare verso il regno unito.
Il sentore dei viaggiatori: qual è l’impatto Brexit sul turismo? Vediamo a livello empatico cosa succede
Secondo una ricerca STR (fonte di qualità per il benchmarking dei dati, i servizi analitici e gli approfondimenti sul mercato del turismo), il 61% dei partecipanti ad un sondaggio a febbraio 2019 non è stato influenzato sui loro piani di viaggio nel 2019. Solo per l’11% del campione la Brexit ha spostato l’ago della bilancia nelle loro scelte.
La percezione negativa dovuta al fenomeno Brexit del Regno Unito in questa minoranza di viaggiatori europei è piccola, ma non insignificante. Considerando i 66 miliardi di sterline (76 miliardi di euro) che genera il turismo in U.K., l’11% corrisponde comunque ad una bella cifra.
Tuttavia la ricerca rivela un fenomeno curioso: ben il 33% dei viaggiatori britannici e il 36% degli europei hanno pensato di evitare di spostarsi tra la fine di marzo e inizi di aprile 2019, mesi in cui sarebbe dovuto essere applicato il protocollo dell’accordo.
Quindi, concludendo, possiamo affermare che la Brexit non influisce sui desideri di viaggio delle persone, ma genera incertezza e molti interrogativi.
Impatto Brexit sul turismo: quali sono le domande più frequenti dei viaggiatori?
Gli interrogativi più frequenti riguardano aspetti molto pratici. Secondo la rivista DOVE le domande che si pongono di più i viaggiatori sono:
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visto e documenti necessari per entrare in UK, sia per turismo e per lavoro.
Queste informazioni sono ancora nel limbo più nebbioso. Quello che si sa è che per raggiungere il Regno Unito per ragioni di lavoro sarà applicato un sistema di immigrazione basato sulle competenze. Per motivi legati al turismo o comunque per soggiorni inferiori ai tre mesi molto probabilmente sarà necessario passaporto e visto turistico, accanto a controlli di sicurezza, identità e criminalità.
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imposta di soggiorno
Molte domande ruotano all’imposta di soggiorno, che ancora a Londra non è applicata. Nei protocolli proposti si aggirava intorno al 4% dei pernottamenti degli stranieri in Inghilterra (in media 4 euro al giorno per persona). Tuttavia sapremo bene a quanto ammonta solo nel 2020, quando saranno ben definiti tutti i dettagli.
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roaming telefono
Uscendo dall’Europa, implicitamente si annullano gli accordi che dal 2015 ci fanno telefonare in ogni stato europeo ai costi del nostro operatore. Cosa succederà ora in territorio anglosassone? Quanto cresceranno le nostre bollette?
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patente
Molti turisti si chiedono se la patente presa in Europa potrà farli guidare anche in Inghilterra e regni limitrofi, come avviene ora. È probabile che si necessiterà di certificazioni prese in loco.
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prezzi dei voli
Carburante e prezzi di ricambio molto probabilmente risulteranno più cari per le compagnie inglesi. I viaggiatori ne risentiranno nel prezzo del biglietto aereo?
Ci sono aspetti positivi derivati dall’impatto Brexit?
Ecco, quelli indicati sopra sono gli interrogativi più comuni che riguardano alcuni aspetti della Brexit che impattano sul turismo.
Ma noi vogliamo anche farvi notare un aspetto più piacevole. L’ABTA, l’associazione britannica composta da agenti di viaggio, vede nella svalutazione della sterlina, conseguenza del rialzo degli acquisti in Europa da parte del Regno Unito, un’opportunità per lo shopping e un’agevolazione sulle tariffe del costo della vita in Inghilterra. Addirittura prevede un rialzo del 12% delle prenotazioni nel 2019 rispetto al 2018.
Quindi, che dire? Voi rimanete sintonizzati sulle nostre notizie, noi cercheremo di aggiornarvi sempre con precisione e puntualità.